
Di recente vi abbiamo parlato che alcuni indici di comportamento del clima che sono attesi per la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno, potrebbero dar luogo a una marcata variabilità atmosferica, che potrebbe dare origine a frequente maltempo, con ondate di freddo alternate a improvvise vampate di caldo nordafricano.
Vi abbiamo parlato di Nina negativa e QBO positiva che avranno un forte impatto meteo sui prossimi mesi. In tale contesto abbiamo anche parlato di un altro elemento climatico non affatto trascurabile: NAO negativa.
Tutto ciò propende per una serie di periodi perturbati su gran parte dell’Europa. Quindi verso il calo delle temperature, gli sbalzi termici, ed è ipotizzabile che si possono verificare nevicate a bassa quota precocemente.
In Italia, la neve l’abbiamo già vista fin sino i 1000 metri di quota, e questo già nella prima decade di ottobre. Se tali configurazioni atmosferiche si presentassero più avanti nel tempo, ad esempio dicembre, la neve cadrebbe in pianura nelle regioni settentrionali. Tutto ciò anche senza l’intervento di aria fredda proveniente dalla Siberia.
Alla fine del 2012, il persistere di basse temperature fu condizione ideale, perché associata a numerose fasi perturbate, di intense nevicate che si ebbero sino alla Valle Padana.
Gran neve cadde a bassa quota sulle Alpi, addirittura alla quota di 800 metri si ebbero un totale, durante l’arco della stagione invernale, di 2 metri e mezzo di neve. Sino 1 metro di neve cadde complessivamente nella Valle Padana occidentale. Fu un inverno piuttosto nevoso, anche se tutto sommato neppure molto freddo. La temperatura fu appena sotto media.
Abbiamo citato quell’annata, in quanto ha avuto caratteristiche abbastanza prossime alla normalità, con solo un gradino in più di freddo durante i periodi perturbati, che hanno però poi dato i loro effetti con le nevicate.
Ogni anno si parla della possibilità che possa esserci un inverno nevoso. A priori questo non si può sapere, è possibile discutere di quelle che sono le linee di tendenza generali, ma ciò non vuol dire che accadrà quanto prospettato. Le previsioni meteo a lunghissimo termine hanno sempre una scadente affidabilità, anche se modellate con l’ausilio di indici di comportamento del clima, e altri elementi, i quali però hanno un impatto sul tempo atmosferico su ampia scala, non su territori ridotti come un’area regionale o un’intera nazione come l’Italia, che in un contesto emisferico costituiscono territorio ristretto.
Nessuna illusione, ma su base scientifica stiamo individuando elementi che potrebbero essere a favore di un inverno nevoso. In merito ai cambiamenti climatici, non c’è al momento un tal disastro che possa scongiurare la neve alle basse quote d’Italia, anche in pianura al Nord. D’altronde l’abbiamo vista discorsi anni arrivare persino sulle coste della Sicilia, in un contesto invernale più mite della media climatica.
Per la neve in pianura nella Penisola, di freddo ne serve e come, sarebbero necessarie interferenze di aria continentale o artica, in quanto con le correnti artico marittime, difficilmente la neve cade in pianura.
La Nina negativa e QBO positiva, sono un’accoppiata che in passato hanno dato vita a stagioni invernali caratterizzate da parecchia variabilità, con ondate di gelo e maltempo diffuso a gran parte dell’Emisfero.
Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni hanno una maggiore affidabilità rispetto a quelle a più lungo termine.
LINK rapido alle PREVISIONI METEO dei capoluoghi di regione d’Italia:
– ANCONA
– AOSTA
– BARI
– BOLOGNA
– CAGLIARI
– CAMPOBASSO
– CATANZARO
– FIRENZE
– GENOVA
– L’AQUILA
– MILANO
– NAPOLI
– PALERMO
– PERUGIA
– POTENZA
– ROMA
– TORINO
– TRENTO
– TRIESTE
– VENEZIA
Discussion about this post