I negazionisti rischiano di esser peggio del virus.
Dobbiamo convivere con il virus e cercare il più possibile di condurre una vita che tenga conto di questo pericolo invisibile, ma estremamente insidioso. In questi giorni si parla del Natale, della necessità di tornare ad una parvenza di normalità, quantomeno per dare ossigeno vitale alle attività commerciali che sono duramente colpite dalle chiusure.
E questo è prioritario, anzi è necessario. Nessun ristoro economico pagato dallo Stato potrebbe sostituirsi al business del Natale delle società occidentali, quelle del consumismo. Ma dovremmo avere anche il tempo materiale di poterci organizzare per fare gli acquisti, e non esclusivamente affidarci a quelli on-line da società d’oltreoceano, le quali non hanno nessuna limitazione nella vendita di prodotti, anche di quelli di attività che in Italia, e non solo, attualmente sono chiuse.
È necessaria una libertà dove ciascuno di noi assuma le proprie responsabilità, con estrema coscienza del pericolo causato dalla pandemia.
Non possiamo vivere blindati altri mesi in attesa del vaccino. In merito a ciò proprio in questi giorni si è scatenata una polemica antipatica, ma in ambito scientifico sul virus ce ne sono state anche altre.
Noi cittadini abbiamo necessità di un minimo di normalità, sicuramente consapevoli di non poterci permettere quella di un tempo, senza imposizioni perché siamo persone mature.
Coloro che ad oggi negano l’esistenza del virus (i negazionisti) ci legano al collo un pesante mattone e gettano in acqua per soccombere. Lo fanno inconsapevolmente, ritenendo di avere ragione, ma nel rispetto delle opinioni di ciascuno, dovrebbero allontanarsi, ed essere distanziati da tutti coloro che hanno la consapevolezza del pericolo.
Perché colpa di coloro che negano che ci siano pericoli derivanti dal virus, con i loro comportamenti scorretti, hanno indotto le autorità a limitare la nostra libertà. Tantissimi di noi hanno continuato nei mesi a mantenere un elevato livello di precauzione, eppure ci troviamo in questa situazione, gravissima nelle zone definite area rossa, dove per uscire di casa è necessaria la certificazione. Dobbiamo dimostrare perché abbiamo abbandonato il nostro domicilio.
Abbiamo perso la libertà, il benessere, nel frattempo si sgretolano le basi della società moderna, quella occidentale, un modello di vita. Le nostre grandi città si sono svuotate, in particolare quelle del business, ciò è avvenuto soprattutto a Milano in Italia, come altre grandi città. Ancor peggio va a New York, Londra, città che hanno accolto milioni di persone, dove hanno trovato lavoro e benessere, che attualmente appaiono in declino. Secondo gli esperti lo saranno per parecchio tempo nel futuro, se come si dice le abitudini di tutti noi cambieranno.
Difficilmente ci scrolleremo di dosso il pericolo del virus in tempi brevi nonostante il vaccino.
Paghiamo l’irresponsabilità di tanti, che dopo aver fatto lunghi sacrifici la scorsa primavera, quest’estate hanno fatto finta che la pandemia fosse sparita.
E nonostante ciò che succede, c’è convinzione ancora ad oggi di taluni, che la pandemia sia un’invenzione. E nei giornali se ne parla, ci sono casi emblematici, con minacce sortite a coloro che prestavano soccorso agli ammalati.
Sono costoro il maggior pericolo per tutti noi al pari del virus. Quelli sono degli zombi che in futuro vivranno ai margini della nostra società civile, e lo scrivo nel rispetto delle opinioni altrui.
Con la consapevolezza, l’ingegno, il rispetto meticoloso e rigoroso delle indicazioni ormai note a tutti, potremmo vivere con maggior normalità, e non portare al declino la nostra società moderna, in attesa di un vaccino che gradualmente sarà modulato sulla base della risposta immunitaria su vasta scala.
Tutto questo lo dobbiamo a noi, ai nostri figli, alle future generazioni. Non possiamo dimenticarci che per ottenere quel benessere che manca in buona parte del pianeta, i nostri avi hanno pagato col sangue e sacrifici immani quello che abbiamo ereditato.
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