Difficilmente avremo una tale tradizionale, anzi ce lo dovremmo scordare proprio, e a dirlo sono nomi influenti per la sicurezza della salute pubblica. Il coordinatore del CTS, Angelo Miozzo, precisa che “un Natale tradizionale ce lo dobbiamo scordare”.
Il problema è che già in condizioni normali rischiamo di avere un aumento di contagi, in quanto non è plausibile neppure immaginare che molti nuclei familiari non trovino il modo di disattendere gli avvisi che danno il numero massimo di componenti che possono sedere a tavola.
Eppure, abbiamo vissuto una Pasqua in lockdown, dove fu concesso ai ristoranti di fare attività di asporto come d’altronde avviene anche attualmente. Ma in quel periodo dell’anno eravamo in prossimità della primavera, e reduci di un contenimento piuttosto duro che iniziava a dare i primi segnali di ottimismo.
Natale è tutt’altra cosa in merito alle tradizioni, alla necessità di incontrarsi e non limitare i saluti e gli abbracci videochiamate. Tuttavia, il Natale 2020 non sarà una festività normale, in quanto la vivremmo in piena pandemia, e comportamenti anche spontanei, potrebbero determinare un’impennata di contagi.
Or ora sarà difficile far accettare una Natale tutti a casa, ma le opzioni non sono tante.
Probabilmente, avremmo dovuto avere un contenimento molto duro per consentire una riduzione drastica dei contagi, per avere un Natale più normale, ma non normale. E poi dimentichiamoci il Capodanno.
Buona parte del commercio a Natale concentra i maggiori profitti dell’anno. In molte attività le vendite quadruplicano. Le limitazioni che avremo Natale andranno a influire pesantemente sulla economia di buona parte del 2021.
Nel frattempo, le regioni premono per avere una diminuzione del contenimento, attualmente soprattutto Piemonte e Lombardia chiedono di tornare in area arancione.
Giuseppe Conte è tornato a parlare dei 21 indicatori che determinano la classificazione in zone rosse, arancioni o gialle, dopo la richiesta da parte di vari governatori di ridurre questi indici sensibilmente, al fine di avere una maggiore flessibilità nell’entra e uscita nei vari livelli di limitazioni (verde, giallo, arancione, rosso).
I criteri non dovrebbero e subire modifiche come avevano chiesto i governatori in una Conferenza delle Regioni, reclamando un incontro urgente con il Governo. Il confronto ci sarà, ma anche il ministro Boccia ha dichiarato che i 21 parametri rimarranno.
Insomma, c’è poco spazio per la trattativa, anche se qualcosa cambierà per Natale, ciò molto probabilmente, quanto meno per dare ossigeno alle imprese. C’è da augurarsi di un pagare con migliaia di morti nei primi mesi del 2021 eventuali leggerezze.
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