
Lo scorso 24 maggio una serie di tempeste geomagnetiche ha colpito il nostro pianeta
Secondo l’Istituto di fisica dell’Accademia delle scienze russa (LRAS, per il suo acronimo in russo). Si è assistito ad un aumento significativo dell’attività sul Sole. Il picco lo si è avuto tra il 22 e il 23 maggio, quando sono stati registrati 17 brillamenti solari, tre dei quali di classe M. I brillamenti solari sono classificati come A, B, C, M o X nella scala dove A è il più debole e X il più forte, in base alla loro potenza.
Facciamo notare come una debole tempesta geomagnetica possa causare piccole interruzioni nel funzionamento dei sistemi di alimentazione e andare a influenzare le rotte migratorie degli uccelli. Tempeste più forti possono invece influenzare le comunicazioni a onde corte e i sistemi di navigazione, oltre ad essere in grado di causare picchi nelle reti energetiche industriali.
Durante i precedenti cinque mesi, sono state registrate alcune dozzine di brillamenti nel Sole e soltanto due di loro sono stati classificati a livello M. Sempre secondo il parere degli scienziati dell’Istituto di fisica dell’Accademia delle scienze russa, questo recente fenomeno è stato accompagnato da “espulsioni di materia solare nello spazio interplanetario, anche lungo il tragitto Sole-Terra, cioè in direzione del nostro pianeta”.
Per il LRAS il primo contatto delle masse solari espulse dal Sole con il nostro pianeta è avvenuto nella data del 25 maggio scorso, quando alle 22:00 circa, fuso orario di Mosca, cioè intorno alle nostre ore 19:00 italiane, sono stati avvertiti i primi disturbi del campo magnetico.
Il nucleo di espulsione ha poi raggiunto il nostro Pianeta durante il giorno seguente, intorno alle ore 04:00 ora di Mosca. Le prime tempeste magnetiche hanno avuto una durata di quasi sei ore, mentre la stabilizzazione del campo magnetico terrestre è iniziata solo dopo il 27 maggio.
Una tempesta geomagnetica intensa come quelle avvenuta nel 660 a.C., o quelle successive del 774 e del 993 d.C., manderebbero in TILT tutti i sistemi di comunicazione ed elettrici. Per intenderci, niente telefoni, internet, si avrebbero black out, forse prolungati per settimane e mesi a seconda dei danni subiti dai sistemi.
La nostra Civiltà tornerebbe indietro di svariate centinaia di anni, e non c’è un piano B. Per intenderci, sarebbe una catastrofe planetaria, forse anche peggio di una pandemia.
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