
Recentemente vi abbiamo parlato dell’avvento in oceano Pacifico di una situazione chiamata La Niña, che fa parte di quelle situazioni definite schemi di comportamento del clima. Questa, come anche evidenziato da importanti centri meteorologici mondiali, tra questi a cui AccuWeather, determinano un flusso di correnti oceaniche discendenti verso le basse latitudini, di conseguenza le correnti oceaniche potrebbero giungere nel Mar Mediterraneo molto facilmente. Ma di questo vedremo, in quanto gli schemi climatici di comportamento sono sempre più fortemente influenzati negli ultimi anni anche dei cambiamenti del clima. Perciò, lo schema che aveva una certa efficacia nel passato, ai giorni d’oggi non lo è più come prima.
Le nostre regioni avranno a che fare ancora per parecchio tempo dell’anticiclone africano, magari molto meno al Nord Italia. In merito all’anticiclone africano si tratta di una definizione che intende evidenziare l’avvento di masse d’aria calde e asciutte provenienti dal Sahara. Queste, infatti, anche nei prossimi giorni condizioneranno le condizioni meteo in molte regioni d’Italia, e lo faranno per parecchio tempo ancora, nonostante temporanee intrusioni di aria più fresca da Nord.
Il nostro punto di vista intende andare molto avanti. Abbiamo osservato come nell’emisfero meridionale si stia per concludere una stagione invernale molto variabile, con periodi di caldo, ma parecchi di freddo, tanto che si sono avute ondate di gelo anche storico. Ma c’è una grossa differenza tra i due emisferi.
Nell’emisfero meridionale la variazione di temperatura rispetto alla media sembrerebbe inferiore rispetto al nostro emisfero. Come dire che da loro gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno manifestando in modo inferiore, ma non è esattamente così. Da loro c’è l’influenza dell’Antartide, ovvero il Polo Sud, il quale durante la stagione invernale diventa freddissimo, e in quella terra non si stanno manifestando guasti estivi gravissimi derivanti dal caldo fuori stagione che invece succedono nel Polo Nord.
Però l’inverno australe ci insegna che l’estremizzazione climatica causate dai cambiamenti climatici può dare ondate di freddo molto importanti. Ma anche l’emisfero boreale, ovvero il nostro, ciò flesso spunti in tal senso, in quanto in molte lande del nostro emisfero, negli ultimi inverni abbiamo assistito ondate di freddo molto intense, il tutto nonostante su ampie aree si sia verificata una condizione meteorologica di certo non favorevole ad essere definita come inverno.
Rammenterete la grave ondata di gelo che si ebbe nel Nord America, tanto che Donald Trump, a gran voce la utilizzò per smentire la comunità scientifica mondiale, che afferma la gravità del riscaldamento globale. È questo caso c’erano interessi di natura economica.
Però, con abbassamento di latitudine delle correnti oceaniche, cosa che è avvenuta anche lo scorso anno, avremo un surplus di precipitazioni, probabilmente, e soprattutto nel Nord Italia, ma forse anche sulle regioni tirreniche e la Sardegna, o parte di essa. Perché rammentiamo sempre che con le correnti occidentali piove o nevica nelle aree esposte.
Secondo i modelli matematici stagionali avremo forti scambi di masse d’aria secondo i meridiani, ovvero da nord verso sud e da sud verso nord, quindi un’alternanza di fasi molto miti ad altre fredde. Da noi in Europa il freddo ha però natura differente rispetto a quello che succede in altri continenti, in quanto le correnti da nord nordovest in Europa giungono dall’Atlantico settentrionale, dove di sicuro non sono gelide come quella che colpiscono gli altri continenti. Citiamo il Nord America, dove con i venti da nordovest giungono le ondate di gelo provenienti dal Canada settentrionale. Oppure per l’Asia potremmo citare il Giappone, dove lo scorso inverno si sono avute nevicate record.
In Italia abbiamo le Alpi, ed è proprio sulle Alpi che il prossimo inverno potrebbe essere nuovamente molto nervoso, e anche a quote relativamente basse, al pari della scorsa stagione. Insomma, c’è la possibilità di avere una stagione sciistica ottimale, sempre che le condizioni sanitarie consentano l’utilizzo delle piste.
La possibilità di avere un inverno piuttosto nevoso sulle Alpi viene indicata anche da vari centri meteorologici mondiali, in quanto durante la stagione invernale, le basse temperature associate a grosse precipitazioni, sono a favore di una stagione molto nevosa.
Se ci chiederete se la neve cadrà anche in pianura al Nord Italia, al momento non è possibile saperlo, peraltro, sarà già complesso conoscere se ci saranno delle nevicate anche a scarsa distanza temporale. Per quanto concerne il rischio di gelo dalla Russia, l’evoluzione è favorevole come quanto avvenuto gli ultimi anni, quindi ci sono le condizioni ideali, però siamo molto distanti dalle situazioni che c’erano sino agli anni ‘90.
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