
L’Osservatorio Vesuviano dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) è riuscito ad ottenere informazioni molto accurate riguardo le aree più attive dei Campi Flegrei.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha permesso l’elaborazione di un modello 3D del sottosuolo del supervulcano campano. Per gli studiosi, disporre di una riproduzione fedele della composizione della struttura sotterranea dei Campi Flegrei, significa poter studiare in maniera più precisa il territorio.
L’elaborazione del modello tridimensionale, finalizzata alla comprensione del comportamento delle zone più attive del sito, è avvenuta mediante l’uso di una tomografia ad alta risoluzione. Queste tecniche sofisticate di imaging hanno permesso alle ricercatrici e ai ricercatori di ricostruire fedelmente, nella zona di massima emissione dei gas del supervulcano, il sistema idrotermale delle fumarole Pisciarelli.
Gli studi hanno anche rivelato i cambiamenti strutturali della zona nel corso dell’ultimo decennio; in questo periodo, l’area analizzata ha mostrato nuove bocche fumaroliche, cambiamenti geochimici e persino emissioni di fango.
Durante l’esecuzione della ricerca, per ragioni di sicurezza, le zone sotto osservazione sono state chiuse al pubblico.
Antonio Troiano, uno dei principali autori dello studio, ha chiarito in che modo la ricostruzione del modello tridimensionale del supervulcano ha aiutato a comprendere l’attività vulcanica dell’area flegrea.
L’architettura del sottosuolo ha fornito informazioni precise riguardo tutti i processi di circolazione dei fluidi vulcanici e delle emissioni gassose delle fumarole. La mappa elaborata potrà, quindi, essere utilizzata anche in futuro per nuove eventuali ricerche ma anche per le operazioni di monitoraggio delle regioni più attive dei Campi Flegrei.
Discussion about this post