Mentre i Paesi ricchi del Pianeta hanno avviato una campagna di vaccinazione massiccia, a stento hanno inviato dosi vaccinali nel resto del Mondo, dove si sono manifestati le condizioni per una variante temutissima.
Questa è stata inizialmente chiamata B.1.1.529, i primi laboratori a individuarla sono stati quelli del Sud Africa, tra i più efficienti del continente. Ciò non significa che si sia prodotta nel paese africano.
È stata chiamata Omicron dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), classificando come preoccupante, mettendola nella lista delle cosiddette Voc (Variants of concern).
Al momento sembrerebbe che siano necessari circa due settimane per capire quanto è pericolosa questa variante. E soprattutto quanto questa possa essere immune agli attuali vaccini più efficienti. I vaccini generano degli anticorpi che potrebbero essere aggirati da questa nuova variante. Questa notizia è già stata utilizzata da coloro che sono contrari alla vaccinazione, ma è tutto il contrario, la vaccinazione è necessaria perché di varianti ci sono numerose, e senza copertura vaccinale se ne potrebbero replicare altre ancor peggiori.
Inoltre, non è detto che questa variante possa essere rendere poco efficaci i vaccini in uso nei Paesi occidentali, Italia compresa.
A parlare tra i primi della variante è stata la virologa Penny Moore dell’Università del Witwatersrand a Johannesburg, le cui dichiarazioni sono consultabili nella rivista Nature. La virologa sostiene che al momento non abbiamo la possibilità di sostenere che questa variante sia più trasmissibile della Delta.
Le notizie finora disponibili riguardano alcuni casi di reinfezioni e di casi in individui vaccinati, ha detto ancora ricordando che i vaccini utilizzati in Sud Africa sono quelli di Johnson & Johnson, Pfizer-BioNtech e Oxford-AstraZeneca. Tuttavia, in questa fase – rileva – è troppo presto per dire qualcosa. Peraltro, il vaccino monodose Johnson & Johnson è stato dichiarato poco efficace, tanto che la casa farmaceutica ha chiesto all’Ema di rafforzarlo con una seconda dose dopo 2 mesi dalla prima somministrazione. Inoltre, Oxford-AstraZeneca non è stato approvato negli Stati Uniti, ma nei paesi europei in Italia, ma attualmente non viene più somministrato in Italia.
Non è dato sapere quale vaccino sia stato somministrato le persone che sono state contagiate dalla variante, nemmeno lo stato di salute, e soprattutto i tempi trascorsi dall’ultima somministrazione. Infatti, il vaccino Pfizer-BioNtech in tutte le altre varianti notte ha mantenuto un ottimo standard di copertura.
Il motivo per cui non è possibile sapere se la variante B.1.1.529 sia più trasmissibile della Delta è perché il numero dei casi di Covid-19 censiti in Sud Africa è piuttosto basso.
L’infettivologo Richard Lessells, dell’Università di KwaZulu-Natal a Durban sostiene che la situazione non è molto chiara, ci sono molti aspetti ancora da verificare su questa variante. La dichiarazione dell’infettivologo è disponibile presso il sito web Nature.
Il profilo della mutazione preoccupa, ma è necessario individuare le caratteristiche di questa variante in relazione all’andamento della pandemia. Le prime informazioni sulla variante B.1.1.529, oggi chiamata Omicron sono arrivate grazie alle sequenze genetiche ottenute in Botswana. Si è visto così che questa variante contiene 32 mutazioni della proteina Spike che il virus utilizza per invadere le cellule.
Le 32 mutazioni scoperte nella nuova variante Omicron isolata in Sud Africa avviano una serie di domande riguardo alla possibilità che riesca a sfuggire ai vaccini al momento disponibili. Tuttavia, questa notizia sta generando delle speculazioni ingiustificate.
Ci sono però elementi per ritenere che questa variante si stia costruendo una sua cavità ecologica che le consente di espandersi. Questo potrebbe variare in un virus pericolosissimo per tutti noi, vaccinati compresi. Ed è pertanto necessario effettuare rapidi studi in merito, e mantenere un sano allarmismo con un’adeguata prevenzione.
Tuttavia, l’allarmismo è dovuto non solo per l’entità di questa variante, ma soprattutto dall’onda emotiva per la ripresa dei contagi in tutto l’Emisfero Nord, Europa soprattutto, favoriti dalla riapertura delle frontiere, e probabilmente, da un rallentamento da parte soprattutto dei vaccinati, delle misure precauzionali indicati dai vari Enti sanitari mondiali.
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