Se si avevano dei dubbi in merito agli effetti dei cambiamenti climatici sul meteo quotidiano, è sufficiente osservare il tempo che fa fuori della finestra, leggere i quotidiani, le cronache meteo, per averne una dimostrazione senz’altro tangibile.
L’autunno che conoscevamo non c’è e non ci sarà in quanto con novembre termina la stagione meteorologica autunnale, il 1° dicembre comincerà l’inverno, per l’appunto meteorologico. In tale contesto, osservando le linee generali dell’evoluzione meteo, non vediamo segnali autunnali in Italia, ovvero quelli classici, per carità non è più estate, le temperature sono diminuite, nelle Alpi ha iniziato a cadere la neve, tanta ne cadrà, ma la circolazione atmosferica europea non è autunnale.
A impedire la normalità, nel nostro caso, c’è l’Anticiclone delle Azzorre, quella figura tanto citata nei libri di meteorologia di un tempo, che durante la stagione estiva portava bel tempo e temperature elevate ma non altissime, ora sostituita dall’Alta Pressione Africana, che invece rende le estati roventi.
L’Anticiclone delle Azzorre ormai si presenta sempre più frequentemente durante la fine dell’estate, in autunno e anche d’inverno, o quantomeno in una parte di questo, ostacolando il transito delle perturbazioni oceaniche che vengono dirottate verso le regioni polari, per poi scendere verso la Siberia o la Russia settentrionale europea, dove i cambiamenti climatici hanno incrementato quantità e frequenza delle nevicate.
In Italia saremo per molti giorni in una condizione di blocco derivante dalla permanenza di aree cicloniche mediterranee. Queste interesseranno soprattutto la parte peninsulare e insulare italiana, temporaneamente si spingeranno nel Nord Italia, dove le correnti che poi si metteranno da est, andranno a generare precipitazioni anche di forte intensità sulle Alpi occidentali, con abbondanti nevicate sull’arco alpino tra Valle d’Aosta, Piemonte e Alpi marittime, ma ancora non a bassa quota. A 2000 metri di quota potrebbe cadere una quantità di neve tra i 150 ed i 200 cm in due giorni.
L’assenza delle perturbazioni oceaniche sta determinando una irregolarità pluviometrica considerevole. Molte regioni italiane presentano di deficit di pioggia, altre invece, ma su limitati territori, stanno vedendo ingenti precipitazioni in tempi molto brevi, come ad esempio ultimamente la Sardegna orientale e poi soprattutto gran parte della Sicilia, ad eccezione delle sue zone interne.
Nel Mar Mediterraneo ribollono nubi temporalesche che poi si espandono verso le coste e l’immediato entroterra, e qui determinano piogge intense e talvolta anche delle alluvioni. Quest’anno, complici sicuramente le allerta diffuse dai vari centri meteo, le precipitazioni alluvionali non hanno cagionato quelle tante vittime che invece vedevamo in altri anni. E poi ci sono anche i cittadini sicuramente più consapevoli dei rischi del meteo estremo.
Ed il maltempo ripetuto nelle regioni mediterranee è anomalo, in quanto il culmine massimo delle precipitazioni dovrebbe avvenire in pieno inverno, e non in autunno come sta succedendo. Ciò quindi è anomalo.
Viviamo in una fase di grandi anomalie climatiche che ci portiamo anche nelle altre stagioni. Tutto ciò crea incertezza sia in ambito di previsioni meteo, che anche nella fase organizzativa delle attività che si svolgono all’esterno. Possiamo citarne parecchie, e tutte patiscono dei cambiamenti climatici in una maniera impressionante.
E quindi il Mar Mediterraneo centro occidentale per parecchi giorni sarà influenzato da cicloni mediterranei. Non è possibile prevedere se questi evolveranno in formazioni simil tropicali, in alcune circostanze abbiamo visto che vi sono, o saranno i presupposti perché questo succeda, ma non avremo probabilmente eventi meteo estremi derivati da tali cicloni, anche perché seppur calde le acque del Mar Mediterraneo si stanno raffreddando per effetto della minor radiazione solare.
Il futuro quindi è piuttosto incerto, mentre nel frattempo il freddo nel Nord Europa tenderà ad aumentare moltissimo, e sempre più avremo previsioni di lungo termine che ci daranno tendenze meteo che mostreranno il rischio di incursioni verso le nostre regioni, ovviamente di aria fredda. E le previsioni di ondate di freddo sono divenute più complesse da prevedere a causa dei cambiamenti climatici.
Però, studi e pubblicazioni indicano che le ondate di freddo invernali, per effetto dei cambiamenti climatici soprattutto nell’Artico, ovvero il Polo Nord, potrebbero essere molto intense. La scorsa primavera è stato fatto uno studio molto approfondito sull’ondata di gelo che d’inverno aveva interessato il Nord America, con ghiaccio record in Texas sino le coste del Golfo del Messico.
E gli scienziati hanno cominciato finalmente a correlare tra gli eventi meteo estremi anche quelli che avvengono su altre parti del Globo, citando ad esempio la Spagna, che ha visto la nevicata del secolo e poi gelate incredibili che portarono la temperatura sino a -35 °C nelle località più fredde iberiche. Poi hanno correlato le ondate di gelo e neve, con blizzard, che si sono avute qualche anno prima nelle isole del Mar Egeo, in quelle località che d’estate sono metà di migliaia di turisti.
Ma la scienza che studia il clima e i cambiamenti climatici ci racconta parecchio, e per parlarne sarebbero necessarie centinaia di pagine. Ma ora come ora ci concentriamo sull’evoluzione meteo italiana, che patirà per il gran caos, cancellando l’autunno.
E pian piano arriverà l’inverno che alcune previsioni lo danno precoce, ma poi queste vengono smentite. Tutto questo è dovuto dal caos della circolazione atmosferica che è maggiore rispetto al passato, e i modelli matematici ne sono vittima. E quindi l’evoluzione meteo, e di conseguenza le previsioni meteo perdono un po’ di affidabilità soprattutto nel lungo termine, anche se comunque una traccia buona possiamo ancora ottenerla.
Peraltro, la scienza che studia l’evoluzione meteo, ovvero la meteorologia, dispone sempre più di strumenti per poter avere previsioni più efficaci e affidabili, nonostante i cambiamenti climatici epocali, e ben più di qualche idea sul futuro meteo ce l’abbiamo.
Discussion about this post