Per fortuna con il numero di nuovi casi di Covid-19 non c’è un aumento parallelo dei ricoveri, ma c’è una possibilità che con questo tasso di crescita dei casi, raggiungeremo un punto in cui rischiamo di intasare gli ospedali, in quanto si rischia di avere fino a 2 milioni di positivi.
Il numero di contagi potrebbe alla fine mettere a dura prova gli ospedali.
A parlare è di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervistato da Radio Cusano Campus.
Nino Cartabellotta sostiene che tutte le misure introdotte finora dal governo sono di scarsa efficacia, in quanto non riusciranno a rallentare la circolazione del virus che ormai dilaga nel Paese. Servono decisioni forti, in particolare più smart working per rallentare la circolazione.
I numeri sono chiari, e nei prossimi giorni, avremo valori elevatissimi, una quantità di casi mai vista in precedenza, anche se comunque, la percentuale de ricoveri è esiguo rispetto ai contagi, in specie se raffrontato con la fase pre-vaccinale.
Vari scienziati stanno definendo ormai la variante Omicron come il virus più contagioso della storia, e i dati lo confermano.
Nino Cartabellotta dice che a 100 mila persone positive al giorno equivale 1100 nuovi ricoveri in ospedale, di cui 120 potrebbero finire in terapia intensiva. Insomma, in poche settimane si rischia il collasso della sanità ospedaliera italiana se non saranno adottate misure straordinarie.
In particolare, alcuni chiedono il ritorno della DAD in quanto i nuovi contagi sono tantissimi ragazzi, e una percentuale elevata non vaccinata è costretta al ricovero.
Altre fonti indicano che in terapia intensiva si trovano più giovani che in passato, e persino bambini i cui genitori hanno negato il diritto alla vaccinazione per timore degli effetti collaterali.
Tuttavia, con la massiccia vaccinazione, e la dose booster, la variante Omicron sembra avere una minore virulenza.
Ma chi prenderà le decisioni stavolta se i partiti sono in disaccordo?
In vari Paesi del Mondo sono state adottare misure severissime per ridurre i contagi. Negli USA, dove la vaccinazione non è obbligatoria, si accede in qualsiasi attività solo se vaccinati e dietro il controllo del documento di identità, aspetto che in Italia è stato aspramente criticato.
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