Dopo oltre cento anni, nell’ottobre 2021, uno studio internazionale ha individuato la faglia responsabile del terribile terremoto che colpì Messina-Reggio di Calabria.
Il sisma, verificatosi alle ore 05.20 del 28 dicembre 1908, proprio sullo Stretto, con una magnitudo di 7.1, innesco anche la formazione di un violentissimo tsunami, poi responsabile della morte di più di centomila persone; ancora oggi è considerato tra i più gravi cataclismi sismici d’Europa. C’è da segnalare il grave terremoto di Lisbona, che la distrusse, e che è tra i maggiori eventi dell’ultimo millennio.
Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Catania e dell’Università di Kiel (città della Germania), con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha individuato la faglia colpevole della tragedia.
I ricercatori hanno eseguito una lunga ed approfondita analisi del fondale marino nell’area compresa tra Reggio Calabria e Messina.
La ricerca ha evidenziato, in modo inequivocabile, la presenza di una profonda spaccatura nel fondale marino analizzato. La faglia individuata, con scarpate profonde anche 80 metri, secondo i ricercatori, mostrerebbe segni di attività recente.
Le nuove tecnologie hanno consentito di ricostruire la struttura della faglia in 3D, mentre successivi studi geomorfologici del suo suolo hanno poi permesso di delinearne tutto il decorso.
La frattura, lunga circa 35 chilometri, sarebbe in grado, secondo i calcoli elaborati dagli studiosi, di generare delle scosse di magnitudo 6.9, un’energia molto vicina a quella del famoso terremoto calabro-siculo.
Lo studio ha inoltre cercato di approfondire il meccanismo alla base dell’allontanamento della Sicilia dalla penisola italiana (con un movimento di circa 4 millimetri all’anno). Il motore di tale movimento sarebbe da ricercare nelle profondità della crosta terreste.
Secondo le conclusioni avanzate dal team di ricerca, questo spostamento si verifica sotto l’azione della gravità che, seppur in modo quasi asismico, stimola la rottura di alcune porzioni delle faglie più superficiali.
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