Gran parte degli studi sugli eventi sismici, si è concentrato sull’indagare gli effetti dei terremoti, sul corso delle falde acquifere sotterranee.
Si è riscontrato, infatti, che eventi sismici di varia portata siano in grado di modificare il corso di alcune falde, bloccando o deviando il loro flusso. I ricercatori si sono, però, interrogati su quello che fosse il responsabile preciso di tali modificazioni e se esistessero particolari tipi di terremoti, alla base di tale fenomeno.
Questi studi sono stati condotti sulle falde dell’Appennino, in particolare, è stata selezionata la falda acquifera di Popoli.
Dallo studio, che vede come protagonisti l’Universita’ Sapienza di Roma, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ha aperto nuove strade per la comprensione di tali fenomeni.
Ci si è interrogati, se oltre ai terremoti avvenuti in prossimità della falda acquifera, anche altri eventi come i telesismi, cioè eventi di entità superiore ai 6,5 gradi con una distanza superiore a 18.000 km di distanza, potessero avere un’influenza sulla circolazione della falda.
Dall’analisi di eventi sismici riscontrati nelle vicinanze, di 18 scosse sismiche avvenuti in altri continenti e di altre scosse sismiche avvenute a più di 18.000 km di distanza, durata 5 anni, è emerso che anche terremoti con un epicentro in altri continenti, hanno il potere di modificare il corso delle falde acquifere.
In particolare, le responsabili sembrerebbero essere le onde di Rayleigh, le quali viaggiano sulla superficie terrestre.
I ricercatori che hanno preso parte allo studio, si dicono molto soddisfatti, in quanto affermano di possedere adesso uno strumento in più per distinguere i segnali precursori dei terremoti vicini, rispetto a quelli avvenuti a distanze maggiori.