L’AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation) rappresenta un sistema cruciale per la regolazione del clima globale, attraverso il trasporto di grandi volumi di acqua e calore attraverso l’Oceano Atlantico. Questo meccanismo, essenziale per la distribuzione termica e la modulazione delle precipitazioni a livello planetario, sta mostrando segni di instabilità a causa dell’incremento delle temperature globali. Studi recenti suggeriscono che l’AMOC potrebbe essere vicino a un punto di non ritorno, il cui superamento potrebbe innescare cambiamenti climatici di vasta portata e irreversibili.
Il funzionamento dell’AMOC si basa sul movimento di acqua calda in superficie verso nord e di acqua fredda e più densa verso sud, lungo il fondo oceanico. Questo flusso è influenzato dalla salinità e dalla temperatura dell’acqua. Il riscaldamento globale, aumentando la fusione dei ghiacciai e l’apporto di acqua dolce negli oceani, riduce la salinità e la densità dell’acqua marina, compromettendo la corretta circolazione dell’AMOC. Se questo sistema dovesse collassare, potrebbe cessare di moderare il clima dell’Europa settentrionale, portando a un drastico abbassamento delle temperature.
Il rischio di un nuovo periodo glaciale, simile a quello verificatosi circa 12.000 anni fa durante l’evento del Younger Dryas, è concreto. Durante quel periodo, il Nord Atlantico subì un forte raffreddamento, con ripercussioni climatiche estreme sull’emisfero settentrionale. La ricerca attuale, utilizzando simulazioni avanzate, ha evidenziato come un collasso dell’AMOC potrebbe ridurre le temperature in Europa settentrionale di 10° C a 30° C entro i prossimi 100 anni, con un cambiamento climatico significativo che potrebbe verificarsi in meno di due decenni.
La stabilità dell’AMOC è ulteriormente minacciata dall’incremento della temperatura della Corrente del Golfo, che potrebbe alterare il delicato equilibrio termico dell’oceano. Le simulazioni indicano che vi è una probabilità del 95% che i cambiamenti previsti si verifichino entro il 2100, sebbene la data esatta rimanga incerta a causa delle numerose variabili e incognite ancora da esplorare.
Dal 2004, il monitoraggio sistematico dell’AMOC ha rivelato variazioni preoccupanti nel flusso delle correnti, confermando la tendenza verso un possibile punto di non ritorno. Questi dati, insieme ad altri studi, sottolineano l’urgenza di adottare misure efficaci per mitigare il riscaldamento globale e preservare la stabilità climatica globale, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.