Le proiezioni meteo per la seconda metà di Gennaio 2025 indicano un possibile scenario di freddo intenso sull’Italia, con condizioni invernali marcate e nevicate a bassa quota. Questo quadro meteorologico sarebbe determinato da un allungamento del Vortice Polare (PV), che potrebbe favorire la discesa di masse d’aria gelida verso le medie latitudini, coinvolgendo il continente europeo e il Mediterraneo. Gli indizi di un inverno instabile, tipico delle configurazioni legate a La Niña, suggeriscono che il freddo artico-continentale potrebbe avere un impatto significativo, pur rimanendo in un contesto di elevata incertezza previsionale.
Configurazione atmosferica e traiettorie del freddo
L’attuale robustezza del Vortice Polare limita, per ora, la propagazione del freddo alle latitudini inferiori. Tuttavia, un suo indebolimento o un riscaldamento stratosferico improvviso (Stratwarming) aumenterebbe la probabilità di un allungamento verso sud, portando masse gelide dalla Siberia e dal Nord-Est Europa sull’Italia. I modelli europei ECMWF e americani GFS indicano scenari diversi, ma convergono su alcuni elementi chiave: un blocco anticiclonico sull’Atlantico potrebbe favorire lo spostamento del getto polare verso sud, aprendo la strada a correnti fredde dirette verso il Mediterraneo. La dinamica risulterebbe influenzata dalla posizione delle onde atmosferiche, con possibilità di intrusioni fredde particolarmente marcate se si verificasse un blocco persistente sull’area atlantica o scandinava.
L’effetto del Vortice Polare e La Niña
Il Vortice Polare, pur rimanendo generalmente compatto, mostra segnali di instabilità che potrebbero manifestarsi con discese fredde improvvise. L’interazione con l’anomalia oceanica di La Niña potrebbe esacerbare l’instabilità atmosferica, creando un pattern caratterizzato da flussi freddi alternati a periodi più miti. Questa situazione potrebbe riflettersi sull’Italia, dove le aree più esposte ai venti artici sarebbero le regioni del Nord Italia, le coste adriatiche e il Centro-Sud. Al contempo, la Sardegna e la Sicilia vedrebbero un clima più variabile, con precipitazioni e occasionali nevicate sui rilievi.
Prospettive per l’Italia: il rischio del Buran
Le proiezioni evocano scenari che richiamano gli eventi estremi del Febbraio 2018, quando il Buran, un vento gelido di origine siberiana, colpì duramente l’Italia, portando nevicate anche in città come Roma e Napoli. L’attuale disposizione atmosferica suggerisce che un fenomeno analogo potrebbe verificarsi, specialmente se il getto polare dovesse assumere una traiettoria più meridionale. Se il blocco anticiclonico si consolidasse in Atlantico, l’Italia sarebbe esposta a un ingresso diretto di aria gelida, con temperature ben al di sotto della media stagionale e precipitazioni nevose anche a bassa quota. Al contrario, un predominio ciclonico sull’area groenlandese limiterebbe l’estensione del freddo alle regioni settentrionali, mantenendo il Sud Italia e le aree costiere in condizioni più temperate.
L’elevata variabilità delle configurazioni atmosferiche richiede un costante aggiornamento dei modelli previsionali. La possibilità di uno scenario freddo intenso dipenderà dalla capacità del Vortice Polare di mantenere la propria struttura o di cedere a fenomeni di riscaldamento stratosferico. Le previsioni attuali indicano che il rischio di episodi di gelo severo è superiore a quanto osservato negli ultimi anni, con una particolare attenzione verso la seconda metà di Gennaio. Se l’evoluzione atmosferica dovesse seguire le tracce del 2018, l’Italia potrebbe trovarsi di fronte a un nuovo evento meteo di freddo estremo, con impatti significativi su infrastrutture, trasporti e sistemi energetici.
