Nella giornata di Sabato 6 gennaio, un primo fronte perturbato ha colpito il Nord, portando piogge diffuse e nevicate sulle zone montuose e in alcune aree collinari. Questa prima ondata di maltempo ha inaugurato un periodo di instabilità meteo, destinato a proseguire fino al 9 gennaio. Durante questi giorni, l’Italia Centro-Nord sarà caratterizzata da una variabilità marcata, con momenti di schiarite alternati a nuovi episodi di precipitazioni.
Le temperature si manterranno relativamente miti in questa fase, con valori generalmente superiori alla media stagionale. Tuttavia, nelle aree montuose delle Alpi e dell’Appennino settentrionale, le nevicate potrebbero risultare abbondanti sopra i 1.200-1.500 metri. Nelle regioni del Sud e nelle Isole Maggiori, il maltempo sarà meno incisivo, con prevalenza di cieli nuvolosi e qualche piovasco isolato.
Dal 10 gennaio: venti artici e crollo termico
A partire da Mercoledì 10 gennaio, l’Italia sarà investita da correnti di origine artica, portando un netto cambiamento del quadro meteorologico. Il calo delle temperature sarà sensibile, con una diminuzione di oltre 5-8°C rispetto ai valori precedenti, specialmente al Centro-Sud.
Questo abbassamento termico consentirà il ritorno della neve a bassa quota, in particolare lungo la fascia adriatica e sull’Appennino centrale. In regioni come Abruzzo, Molise e Puglia settentrionale, i fiocchi potrebbero scendere fino a 300-500 metri.
Anche il Sud Italia sarà colpito da questa fase fredda, con fenomeni più intensi lungo le coste esposte ai venti da nord-est. La Sicilia e la Sardegna, pur essendo più riparate, non saranno esenti da un calo delle temperature e da possibili rovesci, localmente accompagnati da nevicate sui rilievi.
Estensione e durata del freddo
Le proiezioni a medio termine indicano che questa fase fredda potrebbe perdurare per diversi giorni, configurando un tipico scenario invernale. L’attenzione è rivolta agli aggiornamenti successivi, per valutare eventuali fenomeni estremi e l’impatto del freddo su tutta l’area mediterranea. Sarà cruciale monitorare l’evoluzione del vortice ciclonico e l’intensità delle correnti artiche, che potrebbero ulteriormente accentuare il contrasto tra masse d’aria di diversa origine.