I modelli meteorologici GFS ed ECMWF concordano sull’arrivo di un’affluenza di aria fredda, ma mostrano divergenze significative per quanto riguarda la distribuzione delle precipitazioni nevose e le date precise di maggiore impatto.
L’irruzione fredda dovrebbe iniziare domenica 12 gennaio e persistere almeno fino a martedì 14, secondo la maggior parte delle proiezioni. Il modello ECMWF suggerisce che, anche oltre questa data, potrebbero verificarsi ulteriori episodi nevosi, dovuti al transito di fronti più caldi sopra uno strato di aria fredda ancora presente, specialmente sul Nord Italia.
Tuttavia, il modello GFS evidenzia un raffreddamento più intenso, con i valori termici più bassi previsti per l’alba di lunedì 12 gennaio.
Si attendono temperature estremamente rigide, con punte di -12/-13°C lungo l’arco alpino e valori medi intorno a -8/-9°C al Nord, -5/-6°C al Centro e -2/-3°C al Sud. Questo quadro indica un’irruzione fredda di intensità moderata ma comunque significativa, in grado di influenzare gran parte del territorio italiano.
Le conseguenze di questa configurazione includono la formazione di sistemi depressionari sul Centro-Sud, mentre al Nord potrebbero risalire corpi nuvolosi che favorirebbero nevicate a bassa quota.
Per quanto riguarda le precipitazioni nevose, il modello GFS prevede accumuli lungo la dorsale appenninica del Centro-Sud, con particolare coinvolgimento delle regioni adriatiche come Marche, Abruzzo, Molise.
Anche in Basilicata e in Sicilia, sui rilievi delle Madonie, Nebrodi, Peloritani ed Etna, e in Sardegna, sulla Barbagia, sono attese nevicate significative. Nel Nord Italia, si prospetta il ritorno della neve sull’Emilia-Romagna, con accumuli potenzialmente importanti.
ECMWF, invece, vede il freddo più concentrato, con la neve confinata prevalentemente sull’Appennino centrale e meridionale a quote molto basse, intorno ai 200-300 metri.
La possibilità di nevicate in pianura nel Nord Italia viene posticipata verso il 17 gennaio, quando potrebbero verificarsi le cosiddette nevicate da addolcimento, legate all’interazione tra l’aria fredda preesistente e l’arrivo di masse d’aria più miti.
Le nevicate da addolcimento si verificano quando una massa d’aria calda e umida avanza sopra uno strato di aria fredda preesistente al suolo, tipicamente in condizioni invernali.
Questo fenomeno si sviluppa spesso in situazioni in cui una depressione atmosferica richiama aria mite da sud o sud-ovest, ma l’aria fredda, più densa e pesante, rimane intrappolata nei bassi strati, soprattutto in zone pianeggianti o protette come il catino padano.
Quando l’aria calda e umida entra in contatto con lo strato freddo, il vapore acqueo condensa e forma precipitazioni. Tuttavia, grazie alla persistenza dell’aria fredda al suolo, queste precipitazioni si verificano sotto forma di neve, anche se l’atmosfera superiore è più mite.
Questo avviene perché lo strato di aria calda non è sufficientemente profondo da sciogliere i cristalli di neve prima che raggiungano il terreno.
Tuttavia, man mano che il riscaldamento continua e l’aria mite penetra più in profondità, il fenomeno si esaurisce e la neve tende a trasformarsi in pioggia. Questo rende le nevicate da addolcimento un evento transitorio, spesso legato alle prime fasi di un cambiamento delle condizioni meteorologiche.
La situazione meteorologica è ancora in evoluzione e rimangono ampie incertezze. Tuttavia, il passaggio da condizioni fredde a un clima tipicamente invernale appare ormai inevitabile, con possibili nevicate su vaste aree del Paese. Sarà cruciale monitorare gli aggiornamenti dei modelli per comprendere meglio l’evoluzione meteo di questa ondata di maltempo.