Durante le estati italiane, i temporali improvvisi sono sempre più frequenti e intensi. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è il crescente rischio di flash floods, ovvero alluvioni lampo, eventi in grado di trasformare un normale acquazzone in un disastro localizzato nel giro di pochi minuti. Fenomeni che colpiscono in particolare le aree urbane, dove l’acqua piovana non riesce a defluire a causa dell’asfalto, delle pendenze artificiali e delle reti di scolo spesso insufficienti.
Le cause sono note: un’atmosfera sempre più carica di umidità, alimentata da ondate di calore persistenti e da un Mar Mediterraneo in costante surriscaldamento, prepara il terreno a eventi convettivi di grande potenza. Quando le correnti fresche riescono a rompere il dominio dell’alta pressione, l’energia accumulata nei bassi strati esplode sotto forma di temporali autorigeneranti, carichi di pioggia e spesso statici, cioè fermi su un’area ristretta.
Città sotto assedio: Roma, Milano, Genova tra le più esposte
In Italia, le metropoli sono sempre più spesso teatro di questi episodi estremi. ROMA, ad esempio, ha vissuto diverse alluvioni lampo negli ultimi anni, con intere strade allagate, traffico paralizzato e linee metropolitane bloccate. Il problema non riguarda solo la quantità di pioggia, ma il tempo in cui cade: spesso si tratta di 30-50 mm di acqua in meno di un’ora, su zone dove la rete fognaria è stata pensata per eventi ben più modesti.
Anche MILANO, nonostante le recenti opere idrauliche, resta vulnerabile, soprattutto in alcuni quartieri a bassa quota come la zona tra Niguarda e il Parco Nord, dove il Seveso è spesso soggetto a esondazioni improvvise. A GENOVA, la conformazione orografica e la presenza di torrenti tombinati aumenta il rischio di frane e allagamenti in tempi brevissimi, ma più alla fine dell’estate o in autunno che nel cuore della stagione calda.
Estate e asfalto: perché le città si comportano come spugne esauste
Il meccanismo delle flash floods urbane si basa su un principio semplice: quando il terreno è impermeabilizzato — come avviene con l’asfalto o il cemento — l’acqua non penetra nel suolo, ma scorre in superficie. In città, ogni millimetro di pioggia si traduce in litri che si accumulano e accelerano, trascinando detriti e creando pericolosi rigurgiti nei tombini. La presenza di infrastrutture vecchie o sottodimensionate, costruite in epoche con regimi climatici diversi, peggiora ulteriormente la situazione.
A ciò si aggiunge il fatto che le notti tropicali, sempre più frequenti, impediscono alla superficie urbana di raffreddarsi. Questo contribuisce a mantenere un’atmosfera instabile anche di notte, aumentando la probabilità che temporali serali o notturni producano effetti distruttivi. Il tutto, mentre le città non smettono di assorbire calore.
Cosa aspettarsi dalle prossime estati italiane
Le tendenze modellistiche, come quelle del Copernicus Climate Change Service, indicano che eventi estremi convettivi diventeranno sempre più frequenti in estate nel bacino del Mediterraneo. Non solo più caldo, quindi, ma anche una maggiore incidenza di piogge torrenziali e improvvise, con impatti gravi soprattutto nei centri urbani che non si adattano abbastanza in fretta.
I comuni più esposti stanno iniziando a sperimentare sistemi di allerta rapida, mappature dettagliate delle zone a rischio e strategie di drenaggio urbano avanzato. Ma finché il meteo estivo continuerà ad alternare fasi di calore esasperato a passaggi instabili violenti, le flash floods resteranno un rischio concreto e crescente.