Ogni angolo d’Italia è vulnerabile quando dal cielo scende una cascata d’acqua, una pioggia torrenziale che scarica immense quantità di pioggia.
Si parla spesso d’Italia come un Paese con elevato dissesto idrogeologico.
Su ciò un po’ è colpa dell’uomo che ha costruito le case, anche senza quelle ci sarebbero ancora le palafitte.
È probabile che l’ingegneria del passato, e magari del recente, abbiamo sottovalutato cosa potrebbe accadere quando piove moltissimo più della media. Diciamo che forse (altroché) manca la prevenzione.
Prevenzione, termine ripetuto costantemente, ma che pare venga costantemente ignorato.
È prevenzione costruire case in grado di resistere al un rischio sismico della zona, per dire, Amatrice è costruita in una zona ad elevatissimo rischio, e se si fossero rispettate al 100% le regole, forse non ci sarebbe stata neppure una vittima. L’Aquila ha nella sua storia svariati sismi, anche maggiori di quello avuto qualche anno fa. Eppure sono crollati gli edifici pubblici, quelli che dovrebbero essere di esempio al cittadino.
Stessa situazioni per molte alluvioni che interessano il nostro territorio, anche queste sono naturali manifestazioni della natura, non arrestabili, ma che con adeguate analisi del territorio si potrebbe attutire l’impatto sul territorio. E ricordiamolo, le alluvioni uccidono, procurano immensi danni.
Manca la prevenzione, eppure attuarla costerebbe meno che riparare i danni. E allora, forse, ci vorrebbe una mano del legislatore più dura contro chi non rispetta le regole, e avremmo meno morti e danni dai terremoti e dalle alluvioni.
Ora inizia l’Autunno, molti sindaci vivranno notti al cardiopalma. Loro sì che sono uomini e donne in trincea. Si faranno carico di errori di terzi, di situazioni paradossali, con la consapevolezza che se pioverà molto più della media ci sarà un’alluvione con ignote conseguenze.