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Un inverno record negli Stati Uniti

Luigi Barbieri di Luigi Barbieri
01 Mag 2024 - 18:45
in Magazine
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Durante l’inverno 2023-24, gli Stati Uniti hanno sperimentato condizioni climatiche senza precedenti, caratterizzate da temperature insolitamente elevate e fenomeni meteorologici estremi. Questa stagione ha infranto numerosi record, riflettendo le crescenti preoccupazioni legate al cambiamento climatico globale e ai suoi effetti sempre più visibili sul pianeta.

L’inverno appena trascorso si è distinto per essere stato il più caldo mai registrato per il continente nordamericano, con una media di oltre 3,1°C, superando il precedente record del 2015-16. Queste condizioni sono state rafforzate da un significativo fenomeno di El Niño che ha contribuito a mantenere le temperature su valori record in molti stati del paese.

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Particolarmente colpita, la zona settentrionale degli USA ha visto otto stati, estendendosi dal North Dakota al New Hampshire, registrare temperature mai viste prima. Questo surriscaldamento ha avuto ripercussioni non solo sull’ecosistema, ma anche sulla vita quotidiana delle persone, influenzando settori come l’agricoltura e il consumo energetico.

Particolarmente notevole è stato il mese di febbraio, durante il quale si sono verificate temperature molto più alte della media in tutti gli Stati Uniti continentali. Questo periodo ha visto il record più alto di temperature per numerosi stati, fortunatamente non interrotto da significative ondate di freddo.

Nonostante l’inverno sia stato tra i più piovosi, la maggior parte delle precipitazioni si è tradotta in pioggia anziché in neve, a causa delle temperature più elevate della norma. L’estensione della neve nei 48 stati contigui ha raggiunto punti minimi storici, incidendo ad esempio sulle attività invernali tradizionali e sull’accumulo idrico derivante dallo scioglimento primaverile della neve.

Un altro indicatore degli effetti del calore anomalo è stato il notevole calo della copertura di ghiaccio nei Grandi Laghi, sceso a livelli record. Questo fenomeno non solo implica potenziali difficoltà per gli ecosistemi locali ma anche per le economie che dipendono dalla pesca e da altre attività legate alla presenza del ghiaccio.

L’inverno caldo ha anche preparato il terreno per un ampliamento del rischio di incendi e siccità. Un esempio drammatico è stato l’incendio di Smokehouse Creek in Texas, alimentato da venti forti e temperature elevate, che si è dimostrato essere uno dei più vasti nella storia recente degli USA. La scarsità delle precipitazioni in alcune aree ha inoltre accresciuto le preoccupazioni relative alla siccità nei prossimi mesi, in particolare con l’atteso cambio verso un ciclo di La Niña.

Questi eventi sottolineano con forza l’impatto del cambiamento climatico in atto, che si manifesta con stagioni invernali sempre più miti, fenomeni meteorologici estremi e l’alterazione degli equilibri naturali. Un’inverno così insolito non è solo un record da annotare, ma un chiaro segnale di quanto rapidamente e profondamente il nostro clima stia cambiando, invitando a riflettere sulle azioni necessarie per mitigare questi effetti globali.

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