Ci risiamo, ancora una volta l’Inverno è costretto al rifornimento ai box. Le premesse di fine novembre e d’inizio dicembre sembravano ottime, poi puntualmente ecco comparire l’Anticiclone. Il meteo d’inizio anno, lo ricorderete, fece parlare di sé a causa dell’anomala ondata di caldo. All’epoca fu l’Alta Africana a dispensare temperature superiori alle medie stagionali, ora è un altro tipo di struttura.
Difatti dobbiamo evidenziare la matrice nettamente diversa della struttura anticiclonica attuale. E’ prevalentemente oceanica, non africana. Ciò, ovviamente, si traduce in temperature più basse e una minore diffusione di nebbie, foschie e nubi basse. Ciò non toglie, badate bene, che nei prossimi giorni si torni a parlare di valori superiori alle medie stagionali.
Al di là degli aspetti puramente termici il problema è un altro: la durata. Per quanto tempo s’intratterrà? Probabilmente 5-6 giorni, forse qualcosina in più. Sì, perché secondo i centri di calcolo internazionali tra circa una settimana potrebbe lambirci un’irruzione artica consistente. Le temperature potrebbero letteralmente crollare, riportandosi su valori invernali.
A questo punto viene da chiedersi: cambierà qualcosa? Difficile dirlo. I modelli previsionali, quelli capaci di spingersi più in là nel tempo, iniziano a fiutare qualcosa d’interessante per i giorni della merla. Giorni che, per chi non lo sapesse, tradizionalmente dovrebbero essere i più freddi dell’anno (anche se spesso non è così).
Ma cosa potrebbe accadere? Beh, l’Artico potrebbe piombarci addosso. Aria molto fredda, inseribile in una circolazione ciclonica foriera di nevicate a bassissima quota. Tra l’altro potrebbe trattarsi di un’azione reiterata, capace di protrarsi sino ai primi di febbraio. Se così fosse si tratterebbe di quell’accelerazione invernale di cui si sta parlando da tempo.