
Molto spesso, quando scriviamo sui cambiamenti climatici, sul meteo estremo, riceviamo offese dai negazionisti. Negano ciò che la scienza da anni evidenzia, mostra, illustra con fatti concreti e numeri. Costoro non meritano ulteriore attenzione.
È stato del tutto inutile avere tanta neve durante questo inverno nelle nostre Alpi, come poi una Primavera più fresca della media (però poco piovosa e nevosa) come non succedeva da molto tempo. Le gelate tardive che hanno danneggiato le colture, e che facevano presagire l’avvento dell’arca di Noè climatica.
Andiamo al sodo. Si riempiono pagine di notizie su lastre di ghiaccio immense come regioni d’Italia che si staccano dall’Antartide, ed è colpa del cambiamento del clima. Tutto è colpa, dicono, di ciò, ma siamo certi che non sia normale che succeda? Che tali fenomeni siano avvenuti da sempre. La colpa è facile darla senza dati certi del passato e poi comunque non far niente per risolvere quello che succede e accadrà, perché, che si sappia, ciò che facciamo per il nostro Pianeta è niente.
I Paesi occidentali ripuliscono la loro anima dal peccato dopo aver inquinato il Mondo per decenni con la Rivoluzione Industriale, aver fatto due Guerre Mondiali, sganciato Bombe Atomiche. Ora siamo ecologisti, ma solo a casa nostra, in quanto altrove sfruttiamo risorse e inquiniamo acquistando beni che da noi non potremmo produrre perché siamo ambientalisti.
Quello che invece è tangibile e misurabile è il cambiamento delle stagioni in un arco temporale brevissimo, quello di poche decine di anni, dove abbiamo a disposizione strumenti di rilevamento, e quindi numeri, satelliti, strumenti sofisticati e non impressioni e ricordi vaghi dei sempre però rispettabili nonni. Il clima è cambiato, e le stagioni estive sono terribili. Qualche giorno fa abbiamo mostrato come la fascia termica tropicale del Sahara fosse prevista traslare verso l’Italia per un lungo periodo. Poi, per magia, gli stessi modelli matematici propongono una tregua nel lungo termine all’insalubre clima.
Addirittura, prevedono una ciclogenesi mediterranea in piena regola come viene proposto dalla proiezione del Centro Meteo Europeo (rif. 00Z del 21/06/2021). Una previsione da confermare, che appare come una sorta di miraggio nel deserto tracciato dagli stessi calcolatori qualche ora prima. Che si sappia, venivano fuori previsioni sino a 48°C in alcune località del Centro Sud Italia, a giugno. Un valore sempre più vicino alla soglia che vedrete che avremo se non questa estate, nelle prossime, quella dei 50°C in qualche landa, per fortuna sperduta d’Italia.
Si osserva sempre più spesso che quella che fu un’estate terribile, la 2003, con tracce ogni stagione estiva. Per fortuna per ora la avremo non con tale violenza e durata, ma la sola previsione come quella vista questo periodo dai centri meteo, non è affatto tranquillizzante.
Il meteo del futuro è compromesso, in particolare quello estivo, dove nelle regioni a clima temperato come il nostro, siamo più vulnerabili alle ondate di calore perché non siamo abituati al caldo, le nostre case sono inadatte al clima che cambia. Lo sono anche l’agricoltura e la fauna. Per fortuna siamo ricchissimi, e non andremo in carestia, sempre che una serie di eventi nefasti non si sommino l’una all’altra.
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